Un classico errore nelle Camminate degli Animali
- Il Capostazione
- 24 apr 2019
- Tempo di lettura: 2 min
La semplice complessità degli animali e le semplificate caricature degli uomini.

In generale ho la fortuna di poter praticare delle Camminate degli Animali meno strutturate rispetto a quelle in sequenza con molti movimenti, in quanto l'animale può essere interpretato nella sua complessità di ambiti funzionali (es. coglie un frutto, si abbevera alla fonte) oppure nel suo esistere (l'animale cammina): il vantaggio di un movimento semplice ripetuto e costante sta nella possibilità di immergersi senza richiamare continuamente alla mente chi si è in quanto regolatore di differenti variazioni motorie da controllare.
Detto questo, anche in questo caso la mente può sempre trovare il modo (o i modi) di riapparire (è parte della sua funzione: ci tutela in quanto cerca di tenerci in vita proponendo scelte/opzioni e, purtroppo, cercando di decidere per noi diventando personalità grazie alla cosiddetta "memoria").
Il risultato è una serie di individui che, facendo la tigre (immedesimandovicisi, nelle intenzioni), passano il tempo ad andare a caccia, in una forma intenzionale paragonabile ad una specie di bulimia nutrizionale.
Come i filmati in rete dimostrano, gli animali possono (anche in età adulta) giocare, incuriosirsi, cadere se appisolatisi su di un tronco, mentre gli umani neo animalizzatisi cadono solo nella paura primaria della morte in un territorio ignoto (come quello di sentirsi diversi, improvvisamente non più umani ma altro).
Non è a mio avviso un errore d'interpretazione, bensì è la paura profonda che emerge: ho letto da qualche parte, anni addietro, di una ipotesi sul fatto del perché la vita media si sia allungata da quasi cinquanta agli attuali ottanta (più o meno). L'ipotesi è quella della facilità di accedere a delle sicurezze (procurarci l'acqua girando una manopola, scaldarci tramite caloriferi). Ne convengo e la includo nella problematica dell'interpretazione dell'intenzione animale: l'uomo non più uomo, che ha lasciato la casa dell'identità umana per una locazione temporanea più primigenia, spaesato (e quindi ancora troppo uomo insicuro dei suoi mezzi), passa il tempo a preoccuparsi della propria sopravvivenza.
Niente di grave, forse, ma la pratica delle Camminate degli Animali offre sfumature a patto che a proporle sia il praticante stesso: il vantaggio di una pratica estraniante è sempre stato quello di ritrovare se stessi nelle espressioni più alte di se che la vita ordinaria (ed il movimento ordinario) di tutti i giorni ci ha fatto in parte scordare.
#Camminate #Animali #LiXiaoMing
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